E’ possibile fare il vino in casa?
Fare il vino, si sa, è un’arte, e per riuscire ad ottenere un buon risultato attraverso un procedimento casalingo bisogna prestare particolare attenzione. A tutti noi sarà infatti capitato di assaggiare un vino fatto in casa propostoci come “genuino” ma dal gusto tutt’altro che gradevole.
Possiamo comunque affermare che fare il vino in casa ed ottenere dei risultati soddisfacenti è assolutamente fattibile. In questa guida forniremo le indicazioni necessarie per chiunque volesse cimentarsi in questa bellissima esperienza.
Raccolta
La raccolta dell’uva è una fase piuttosto importante. Visto che abbiamo deciso di produrre il vino per un uso personale, dovremmo cogliere l’occasione per fare del nostro meglio, eliminando gli acini ammuffiti o ridotti male. Per capire qual è il momento giusto per raccogliere si può utilizzare il refrattometro. Grazie ad esso si può capire qual è il grado zuccherino degli acini. Grazie al grado zuccherino si può evincere il grado alcolico del futuro vino. Basterà moltiplicare il grado di zucchero per 0,6.
Pressatura
Una volta questo era un momento di festa, laddove i contadini schiacciavano gli acini con i piedi. Oggi il tutto viene meccanizzato o si può effettuare attraverso un piccolo torchio, dopo aver tolto i raspi. Lo scopo è quello di rompere gli acidi e di far fuoriuscire il succo. Non bisogna però esagerare, visto che a questa pigiatura ne seguirà una seconda.
Vinificazione
Questo processo, che è conosciuto anche come fermentazione, è il momento cardine del ciclo produttivo. Si attiva grazie ai lieviti presenti sulle bucce o a quelli aggiunti da noi. Nel processo di fermentazione tumultuosa pertanto il mosto e gli acini rimangono a contatto, con questi ultimi che tendono a formare un “cappello” in superficie. Per due volte al giorno dovremo rompere questo cappello con l’aiuto di un follatore. Nel processo di vinificazione avviene infatti la trasformazione dello zucchero in alcool, e lasciare il cappello intatto oltre il dovuto potrebbe inibire la reazione.
Pressatura
Dopo circa due settimane, quando cioè la fermentazione è terminata completamente, possiamo separare le vinacce, lasciarle asciugare e pressarle per estrarre il residuo di succo ancora rimasto. Non bisogna anche in questo caso esagerare, perché altrimenti il vino avrebbe un gusto troppo amaro. Nelle bucce è infatti presente il tannino, responsabile del sapore astringente del vino.
Conservazione
Ora potremo filtrare il “quasi vino”, separandolo dai residui di bucce, semi e lieviti morti. In base a quello che vogliamo ottenere, decideremo la modalità di conservazione.
La conservazione in botti di legno è perfetta per chi vuole ottenere un vino dal gusto equilibrato ed aromatizzato. Nelle botti in rovere avviene infatti la fermentazione malolattica, laddove l’acido malico viene trasformato in acido lattico, che conferisce maggiore equilibrio e finezza al gusto. Possiamo trovare delle botti in legno di rovere su agristore, uno dei portali più completi dove potremo trovare attrezzatura per la vinificazione, per la produzione di olio, di birra, sia a livello domestico che industriale.
Per un vino che andrà consumato nel corso dell’anno, saranno perfetti anche dei contenitori in acciaio inox.