Internet è un luogo straordinario per apprendere e divertirsi, ma non tutto ciò che offre è adatto agli adolescenti. Alcune attività sono formalmente vietate ai minori per legge, altre invece comportano rischi nascosti che possono avere conseguenze serie. Tra i divieti più netti c’è il gioco d’azzardo online: casinò virtuali, slot e scommesse sportive, accessibili con un clic, sono vietati ai minori di 18 anni perché creano dipendenza e possono compromettere la stabilità emotiva ed economica. Eppure le cronache riportano sempre più spesso casi di giovanissimi che riescono ad aggirare i controlli registrandosi con dati falsi. In questi casi, oltre a blocchi e filtri, è fondamentale un dialogo costante con i ragazzi: spiegare che dietro le luci delle slot digitali e i pronostici “vincenti” si nasconde un meccanismo studiato per far perdere spesso e non per arricchire, o che le logiche dei pronostici calcio prevedono studio e responsabilità. Lo stesso discorso vale per i videogiochi classificati 18+, che includono violenza esplicita o contenuti sessuali: anche qui il divieto è chiaro, ma l’accesso agli store digitali spesso lo rende aggirabile. Alcuni genitori si sono trovati a scoprire solo dopo settimane che i figli avevano scaricato titoli inadatti all’età, con un impatto non solo economico, ma anche emotivo. Strumenti come i controlli parentali su console e piattaforme riducono il rischio, ma la vera differenza si fa parlando con i ragazzi di ciò che vedono sullo schermo e aiutandoli a distinguere la finzione digitale dalla realtà.
Sfide virali, app di incontri e pornografia: i pericoli silenziosi
Accanto a giochi e scommesse, ci sono altri pericoli meno evidenti ma altrettanto insidiosi. Uno di questi sono le challenge virali, sfide online che spingono i giovani a comportamenti rischiosi. Dal “Blue Whale Challenge”, che in passato ha fatto scalpore per i suoi esiti tragici, al più recente “Blackout Challenge” su TikTok, che ha portato a diversi casi di soffocamento volontario, questi fenomeni mostrano quanto la pressione del gruppo e la ricerca di visibilità possano diventare pericolose. Prevenire significa informare: raccontare ai ragazzi che dietro quelle sfide non c’è nulla di eroico, ma solo rischi reali per la salute, è il modo migliore per smontarne il fascino. Un altro fronte delicato riguarda i contenuti per adulti: video e immagini sessualmente espliciti, vietati ai minori, sono accessibili con estrema facilità. L’esposizione precoce può alterare la percezione delle relazioni e creare aspettative distorte. Filtri e software aiutano a bloccare questi siti, ma la protezione più efficace resta il dialogo: affrontare il tema senza imbarazzi, con risposte chiare, è il miglior antidoto alla curiosità malsana. Infine, ci sono le app di incontri, vietate ai minori di 18 anni ma facilmente scaricabili da store digitali. Negli ultimi anni non sono mancati casi di adolescenti entrati in contatto con adulti attraverso chat destinate a un pubblico maturo, con conseguenze anche gravi. Bloccare l’accesso a queste app tramite controlli parentali è utile, ma ciò che conta è far capire ai ragazzi perché non sono pensate per loro: non si tratta solo di sesso, ma di dinamiche di potere e manipolazione che possono metterli in pericolo.
Nessun filtro, blocco o tecnologia è sufficiente se non viene accompagnato da un’educazione digitale consapevole. La vera protezione nasce dal dialogo: dare ai ragazzi strumenti critici per capire cosa c’è dietro le immagini accattivanti e le sfide “alla moda”, senza paura di affrontare i temi più scomodi. Solo così Internet smette di essere un terreno minato e diventa davvero un alleato per crescere, scoprire e imparare.